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Messaggio  Admin Mar Nov 16, 2010 9:56 pm

Reality Med Ho perso le parole
di Daniela Condorelli

"Capelli corti e grigi e un sorriso che illumina la stanza. Maria Teresa ha 47 anni, di cui gli ultimi dieci passati nel dolore e nella rassegnazione di non poter più essere quella di prima: una professionista della sanità nel pieno della carriera e della vita, fermata da un'emorragia cerebrale che l'ha trascinata prima in un coma di una settimana e, al risveglio, in uno stato di disordine cognitivo e motorio che l'ha resa del tutto dipendente dagli altri. Maria Teresa però non si è data per vinta, e ha affrontato un lungo percorso di riabilitazione motoria e della comunicazione con diversi logopedisti. Non trova le parole (che ben conosce) per poter dire la sua, per parlare del suo lavoro che tanto amava, per poter raccontare un film che ha visto. Non riesce più a leggere: confonde le lettere, non è più capace di unirle per ricreare parole, frasi, discorsi. Vorrebbe tanto sfogliare un quotidiano davanti a un caffè e una sigaretta come faceva con le amiche al bar e rivolgere improperi ai politici (anche se quelli, come parte del linguaggio automatico, le escono bene). Ma non riesce a decodificare frasi troppo lunghe né troppo complesse. I suoi gesti, i disegni, il tono di voce e le espressioni del viso, però, le sono di grande aiuto. Sa di avere molto, dentro di sé, ma non riesce a dirlo né a scriverlo. Maria Teresa è affetta da afasia". A raccontare così la storia di Maria Teresa è Tiziana Rossetto, presidente della Federazione logopedisti italiani (fli.it). Rossetto ha da poco contribuito alla pubblicazione delle linee guida sull'afasia sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità (iss.it). L'afasia, perdita parziale o totale dei processi necessari alla comprensione e alla produzione del linguaggio, può comparire dopo un trauma cranico, un ictus o un tumore cerebrale. È necessario affrontarla il prima possibile, con l'aiuto di una persona competente come uno degli ottomila logopedisti che lavorano in Italia. Il lavoro di riabilitazione è individuale, ma non solo. Spesso la persona con afasia viene inserita in un gruppo di terapia che dà l'occasione di confrontarsi, condividere, aiutarsi e motivarsi, anche attraverso il sostegno di familiari e caregiver. L'obiettivo è comune: "Curare l'anima con i discorsi belli". Perché, come scriveva Platone, "l'anima si cura con certi incantesimi, e questi incantesimi sono i discorsi belli".

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