Nuove speranze
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Nuove speranze
Ho visto su di un sito http://www.infotrapianti.com/ultime/trapianto-staminali-efficace-contro-lictus-3.html
che, sembra, ci siano fondate speranze in sede di riabilitazione post ictus mediante l'utilizzo di cellule staminali.
Ecco l'articolo, senza entrare nel merito dei contenuti scientifici.
Per riparare i danni provocati da un ictus funziona il trapianto di cellule staminali. Sia nel caso si scelgano le mesenchimali umane sia nell'ipotesi si opti per le stromali prelevate dal midollo osseo. A incoronare le iniezioni di staminali come rimedio per quanti hanno avuto un ictus sono due studi distinti, pubblicati però dalla stessa rivista, Cell Transplantation.
In entrambi i casi i ricercatori hanno usato una tecnica che ha permesso di tracciare le staminali iniettate per vedere con quale efficienza erano in grado di migrare verso i tessuti danneggiati per ripararli. Il primo studio, quello che ha usato le staminali mesenchimali (hMSCs), è stato portato avanti dagli scienziati coreani dell'università di Pochon su alcuni modelli animali a cui era stato causato un ictus. Quindi, dopo l'iniezione di staminali, è stata verificata la loro capacità di riparazione attraverso la risonanza magnetica a intervalli regoli di 2 giorni, una settimana, due, sei e 10 settimane dopo il trapianto.
"La migrazione delle cellule è iniziata allo scoccare della seconda settimana - spiega il coordinatore dello studio, Jihwan Song - e a 10 settimane la maggior parte delle staminali si trovava al centro della zona danneggiata". Da qui le conclusioni che "esiste una rilevante tendenza di queste cellule trapiantate a raggiungere il punto in cui i tessuti sono danneggiati, indipendentemente da dove l'iniezione di staminali è stata effettuata. Ma - aggiunge - il grado di migrazione dipende dalla condizione ischemica di ciascun animale studiato". Il secondo studio è stato condotto invece da scienziati canadesi e cinesi insieme, utilizzando invece le staminali stromali del midollo osseo (BMSCs).
Il trapianto è stato effettuato questa volta in animali a 24 ore da un'occlusione nella parte centrale di un'arteria cerebrale. Seguendo quindi l'attività delle BMSCs con uno scanner laser capace di rintracciare i loro movimenti, i ricercatori hanno scoperto che questa tipologia di staminali raggiungeva il bersaglio, cioè l'area danneggiata, in soli sette giorni. Non solo. "Anche la funzionalità neurologica è risultata molto migliorata. Anche se - ammette uno degi scienziati, Ren-Ke Li - il meccanismo di riparazione a partire dall'iniezione intravenosa di staminali resta ancora in parte sconosciuto".
che, sembra, ci siano fondate speranze in sede di riabilitazione post ictus mediante l'utilizzo di cellule staminali.
Ecco l'articolo, senza entrare nel merito dei contenuti scientifici.
Per riparare i danni provocati da un ictus funziona il trapianto di cellule staminali. Sia nel caso si scelgano le mesenchimali umane sia nell'ipotesi si opti per le stromali prelevate dal midollo osseo. A incoronare le iniezioni di staminali come rimedio per quanti hanno avuto un ictus sono due studi distinti, pubblicati però dalla stessa rivista, Cell Transplantation.
In entrambi i casi i ricercatori hanno usato una tecnica che ha permesso di tracciare le staminali iniettate per vedere con quale efficienza erano in grado di migrare verso i tessuti danneggiati per ripararli. Il primo studio, quello che ha usato le staminali mesenchimali (hMSCs), è stato portato avanti dagli scienziati coreani dell'università di Pochon su alcuni modelli animali a cui era stato causato un ictus. Quindi, dopo l'iniezione di staminali, è stata verificata la loro capacità di riparazione attraverso la risonanza magnetica a intervalli regoli di 2 giorni, una settimana, due, sei e 10 settimane dopo il trapianto.
"La migrazione delle cellule è iniziata allo scoccare della seconda settimana - spiega il coordinatore dello studio, Jihwan Song - e a 10 settimane la maggior parte delle staminali si trovava al centro della zona danneggiata". Da qui le conclusioni che "esiste una rilevante tendenza di queste cellule trapiantate a raggiungere il punto in cui i tessuti sono danneggiati, indipendentemente da dove l'iniezione di staminali è stata effettuata. Ma - aggiunge - il grado di migrazione dipende dalla condizione ischemica di ciascun animale studiato". Il secondo studio è stato condotto invece da scienziati canadesi e cinesi insieme, utilizzando invece le staminali stromali del midollo osseo (BMSCs).
Il trapianto è stato effettuato questa volta in animali a 24 ore da un'occlusione nella parte centrale di un'arteria cerebrale. Seguendo quindi l'attività delle BMSCs con uno scanner laser capace di rintracciare i loro movimenti, i ricercatori hanno scoperto che questa tipologia di staminali raggiungeva il bersaglio, cioè l'area danneggiata, in soli sette giorni. Non solo. "Anche la funzionalità neurologica è risultata molto migliorata. Anche se - ammette uno degi scienziati, Ren-Ke Li - il meccanismo di riparazione a partire dall'iniezione intravenosa di staminali resta ancora in parte sconosciuto".
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